L’estate è tradizionalmente portatrice di sole e divertimento (le due cose vanno spesso a braccetto) ma purtroppo in Italia è anche spesso sinonimo di incendi boschivi.
La piaga degli incendi colpisce una grande fetta del patrimonio verde nazionale ed in particolare le regioni maggiormente colpite sono quelle del mezzogiorno.
Colpa del sole o presenza della mano dell’uomo?
Purtroppo a prevalere è spesso la seconda ipotesi, ed ecco perché non è mai sufficiente l’opera di sensibilizzazione e prevenzione degli incendi.
Il problema degli incendi boschivi in Italia suscita ormai da qualche anno un interesse non più limitato ai soli addetti ai lavori. La crescita della sensibilità collettiva ai problemi della tutela naturalistica, l'attenzione dei mezzi di informazione, la portata dei danni economici arrecati dal fenomeno, hanno contribuito sensibilmente ad aumentare le forze impegnate, soprattutto d'estate, a ridurre la frequenza e l'estensione degli incendi boschivi.
Se fino a pochi anni fa il compito di tamponare l'emergenza era affidato esclusivamente alle esigue forze del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco, costretti ad operare in condizioni di estremo disagio e con mezzi insufficienti, oggi esistono strutture operative che dirigono gli interventi su scala nazionale, coordinando tra loro, oltre ai corpi già citati, i mezzi della Protezione Civile, dell'Esercito, degli Enti Locali e del volontariato.
Tuttavia i dati offerti dall'esperienza tecnico-scientifica, mostrano con estrema determinazione come il danno arrecato dagli incendi boschivi sia proporzionale al tempo intercorso tra l'inizio del focolaio e gli interventi di spegnimento.
Si dimostra, perciò, più efficace una presenza diffusa sui territori a rischio di presidi antincendio, che non un massiccio uso di mezzi che non sia in grado di intervenire in tempo utile sul fuoco.
Gli alti costi e la limitata disponibilità dei mezzi aerei, impongono, inoltre, una discriminazione degli interventi da effettuare, che può essere garantita esclusivamente da personale specializzato che fornisca da terra dati precisi sull'intensità e la portata del fenomeno da affrontare.
L'attività di un presidio AIB può inoltre sviluppare un sistema integrato di prevenzione, controllo e repressione, con particolare riguardo ai fenomeni dolosi che rappresentano la maggior parte della casistica, svolgendo inoltre iniziative di sensibilizzazione delle popolazioni locali sui rischi da evitare.
Appare tuttavia improponibile realizzare una struttura capillare di questo tipo basandola sui Corpi professionali.
E questo per i seguenti motivi:
1- Nella maggior parte delle regioni italiane il periodo di rischio varia dai 2 ai 3 mesi;
2- Sarebbe troppo costoso mantenere un organico specializzato tutto l'anno per utilizzarlo appieno in un periodo così limitato;
3- E' estremamente difficile controllare e dirigere piccole unità isolate, soprattutto in zone di difficile accesso, senza un contatto continuativo con le popolazioni locali.
In base a tali considerazioni è convinzione diffusa che l'unica scelta praticabile sia la costituzione di presidi volontari, sostenuti da un contributo pubblico commisurato all'efficienza del servizio svolto, con attività limitata ai periodi di rischio e coordinata dal Corpo Forestale. Così facendo si otterrà, a costi contenuti per la comunità, una rete territoriale di controllo che integri e alleggerisca il lavoro dei corpi istituzionalmente preposti.
Questi stessi criteri sono stati assunti dai Piani Triennali di lotta agli incendi boschivi elaborati dalla Regione Lazio e dalla Legge Regionale di Protezione Civile che affida al volontariato gli interventi di I livello sugli eventi calamitosi.
Tuttavia gli interventi di sostegno al volontariato da parte delle pubbliche amministrazioni non sempre hanno raggiunto la dovuta consequenzialità ai termini legislativi, e, quindi, se il quadro d'insieme del volontariato dimostra un potenziale positivo, i risultati ottenuti non lasciano spazio ad eccessivo ottimismo.
E nella fase attuale, con un patrimonio boschivo in rapida involuzione quantitativo - qualitativa, è indispensabile che gli Enti Locali forniscano alle associazioni del volontariato il sostegno adeguato alle mansioni che sono chiamate a svolgere, migliorando il loro impegno incrementandone, innanzitutto, la preparazione che la lotta AIB richiede.
La Legge ormai ci impone di non gettar più i mozziconi di sigaretta per strada, è prevista ormai anche la multa, ma dal pensiero che comportamenti scorretti mettano a repentaglio il patrimonio ambientale e umano nasce sempre un brivido legato al sentimento di ingiustizia e basta!