I dolori alla colonna vertebrale sono un disturbo abbastanza frequente.
Il più noto dei mal di schiena è il famoso "colpo della strega" che arriva intenso ed improvviso nella parte inferiore mentre si sta spostando un peso. Poiché il peso del corpo si è scaricato soprattutto sulla zona lombare, lo stato di sofferenza e i dolori che ne derivano vengono definiti "lombalgia", un’ entità clinica largamente benigna che migliora spontaneamente in poche settimane, riservando i maggiori problemi (mal di schiena cronico) ad un ristretto numero di soggetti.
Il dolore è "a sbarra", cioè trasversale nella parte lombare con possibile irradiazione al nervo sciatico.
Quando la lombalgia è cronicizzata può essere riacutizzata da determinate posture (ad esempio, stare troppo tempo in piedi nella stessa posizione, o seduti durante la guida in auto per lunghi percorsi).
Questa patologia interessa almeno l’80% della popolazione almeno una volta nella vita, colpisce maggiormente persone di un’età tra i 30 e i 50 anni. Le condizioni che possono determinarne la causa ed il persistere della lombalgia sono numerose, a volte anche non localizzate nella colonna vertebrale.
Dal punto di vista osteopatico bisogna stabilire le diverse cause che inducono lo sviluppo e il mantenimento del dolore nel paziente in quanto esse sono molteplici:
Con quali risultati? Il trattamento osteopatico è realmente efficace nel trattamento di questa condizione?
A tal proposito la ricerca scientifica ci aiuta nel verificare la validità e l’efficacia del trattamento osteopatico nei casi di lombalgia.
Nello studio di Franke H., Franke J. e Fryer G., è stata effettuata una “review” di più di 300 studi scientifici al fine di analizzare la possibile efficacia del trattamento osteopatico in pazienti con lombalgia aspecifica, donne in gravidanza e post parto.
La conclusione dei ricercatori è stata la seguente:
“Sono stati evidenziati effetti clinicamente significativi nella riduzione del dolore e nel miglioramento della funzionalità in pazienti con lombalgia aspecifica acuta e cronica e in pazienti donne in gravidanza e post parto. Tali miglioramenti sono stati evidenziati anche a distanza di 3 mesi dalla terapia osteopatica. Tuttavia sarebbe utile poter analizzare un numero maggiore di studi scientifici di qualità per aver risultati statisticamente più significativi ”.
Ad avvalorare i risultati messi in luce dalla “review” precedentemente citata, la ricerca effettuata da Prinsen, Hensel e Snow del 2014 ha mostrato come i pazienti sottoposti a trattamento osteopatico siano meno soggetti all’uso di medicinali analgesici rispetto a chi non si sottopone a trattamento osteopatico.
Bibliografia:
http://jaoa.org/article.aspx?articleid=2094629
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4159549/pdf/12891_2014_Article_2231.pdf
http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=132&area=Malattie_delle_ossa_e_delle_articolazioni