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L'On. Tino Iannuzzi risponde

Immigrazione Giustizia Lavori pubblici

1) Lo scarso controllo del territorio favorisce la circolazione dei clandestini? Come difendiamo i cittadini dai clandestini?

 I clandestini sono presenti sul territorio del nostro Paese, in violazione della vigente normativa italiana. È di tutta evidenza, quindi, che debbono essere perseguiti  e sanzionati. Allo stato, ai sensi dell'articolo 14 comma 1 del  D.lgs 25.7.1998 n. 286 e successive modifiche ed integrazioni -recante il Testo Unico della normativa in tema di immigrazione-  e' previsto che il soggetto clandestino, una volta scoperto,  debba essere accompagnato e trattenuto nel più vicino centro di identificazione. Ove venga adottato successivamente un provvedimento di espulsione, per la sua attuazione il Questore può disporre l'accompagnamento del soggetto clandestino alla frontiera con l'ausilio della forza pubblica. E si è rivelata e continua a rivelarsi del tutto insufficiente ed in molti casi non applicabile proprio questa fase, di particolare rilevanza ai fini della concreta esecuzione delle misure di espulsione,  a causa delle forti ed innegabili carenze esistenti negli organici e nei mezzi complessivamente a disposizione delle Forze dell'Ordine. Del resto non è stata utilizzata la possibilità, contemplata dal comma 8  del medesimo articolo 14, di stipulare, ai fini dell'accompagnamento anche collettivo alla frontiera, convenzioni con soggetti che esercitano trasporti di linea o con organismi anche internazionali che svolgono attività di assistenza per stranieri.

Occorre, pertanto, rafforzare e potenziare l'azione di controllo del territorio da parte delle Forze dell'Ordine, dotandole di strumenti di intervento più adeguati e moderni. Debbono essere introdotti meccanismi più agili, incisivi  ed immediati per rendere effettive ed eseguire con celerita'  i provvedimenti di espulsione dei clandestini, e, soprattutto, debbono essere messi a disposizione delle Forze dell'Ordine tutte le risorse umane, organizzative e strumentali e mezzi adeguati e consistenti per evitare che le espulsioni rimangano solamente sulla carta, con tante conseguenze negative.

La cultura dell'accoglienza, della integrazione, della solidarietà e della inclusione debbono procedere di pari passo con il rispetto dell'Autorità dello Stato, della nostra Carta Costituzionale e della Legislazione Italiana e dei valori fondamentali ed irrinunciabili della nostra storia di Paese e di Popolo.

2) Che cosa pensa dei tempi di prescrizione dei reati.

La questione molto grave e preoccupante che caratterizza, purtroppo in negativo, il nostro sistema processuale e' l'estrema ed inaccettabile lentezza della Giurisdizione penale. Occorre difatti troppo tempo per addivenire a quella che è la funzione naturale del processo penale: accertare i fatti sub judice in maniera completa e più sollecita possibile, ricostruendo eventuali reati e punendo conseguentemente i responsabili. Va detto anche che la lentezza della "macchina" giudiziaria italiana non riguarda unicamente la Giustizia penale, ma, forse in maniera ancora più drammatica e devastante per le attività economiche e produttive e per la stessa crescita del PIL del Paese e per gli investimenti, colpisce la Giustizia civile, afflitta da tempi "biblici" per  la risoluzione delle controversie.

Occorre, pertanto, come obiettivo prioritario velocizzare i processi. A tal fine innanzitutto vanno potenziati gli organici della Magistratura ed ancor prima del Personale addetto agli Uffici giudiziari, che oggi presentano carenze e vuoti molto pesanti; si tratta anche di migliorare le strutture e di accelerare nella direzione del processo telematico. In questo contesto va rivista la legislazione sulla prescrizione dei reati, con una visione di insieme organica e complessiva, che può e deve condurre, attraverso un analisi mirata, a prolungare in specifiche fattispecie di reati termini di prescrizione oggi insufficienti, ed a dare soprattutto priorità al perseguimento dei reati più gravi ed efferati e che suscitano più forte allarme sociale nella comunità. Nella Giustizia civile, invece, penso sia fondamentale una applicazione più ampia possibile dell' istituto della sentenza in tempi abbreviati e con motivazione semplificata, che si soffermi sui soli punti giudicati determinanti ai fini della decisione della controversia. Del resto nella Giustizia amministrativa, e pur tenendo conto che ogni Giurisdizione ha la sua storia, la sua tradizione ed il suo assetto consolidato, istituti quali la sentenza breve e in forma semplificata hanno funzionato bene per controversie particolarmente delicate, di grande rilevanza pubblica e di enorme impatto  economico: si tratta, infatti, del contenzioso legato agli appalti pubblici.

3) Secondo Lei vi è certezza della pena in Italia?

La mancanza della certezza effettiva della pena, come tale fortemente ed in concreto avvertita dalla pubblica opinione, è un problema molto grave per l'intero sistema processual-penalistico. La certezza della pena esige che i responsabili dei reati siano condannati e colpiti  con sanzioni chiare ed adeguate e con assoluta celerita'. Solamente così si preserva la funzione esemplare della sanzione penale. Lo scorrere del tempo e la distanza, sovente siderale, fra il momento del fatto criminoso e la decisione finale con la conseguente irrogazione della  sanzione penale,  danneggia sicuramente lo Stato di diritto e trasmette nelle persone una percezione dannosissima di incertezza e tendenziale impunità. La certezza della pena implica, quindi, in primo luogo la drastica riduzione dei tempi della Giustizia penale. È inoltre importante che di fronte a fatti gravi ed allarmanti la risposta dello Stato sia esemplare ed ispirata a maggiore fermezza, per infondere sicurezza nei cittadini e fiducia nell'Autorita' dello Stato e nel primato della Legge.    

4) L'accorpamento delle Autorità portuali di Salerno e Napoli: quali benefici per Salerno e quali rinunce.

 Lo schema di decreto legislativo delegato in itinere, adottato dal Governo su proposta del Ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio in attuazione della delega prevista dalla c.d.Legge Madia n. 124/2015 (articolo 8, comma 1, lett. f) ),  introduce una riforma ampia e complessiva della normativa sui Porti di cui alla legge n. 84/1994. La riforma è sicuramente importante perché va nella direzione di semplificare e snellire le procedure per la realizzazione delle infrastrutture necessarie nei sistemi portuali, a cominciare dai piani regolatori portuali e dai lavori di dragaggio per i fondali marini. In questa prospettiva si ridisegna anche il modello di governance dei porti, per renderlo più efficiente ed in grado di accrescere la capacità competitiva dei porti italiani nella sfida sempre più complessa ed esigente con porti di altri Paesi lungo le rotte del Mediterraneo e nel mercato globale e mondiale. La creazione di 15  Autorita' di sistema, in luogo delle attuali  23  Autorita' Portuali, secondo il criterio di derivazione europea in verità troppo automatico e semplicistico delle reti ten  e dei porti core, intende perseguire questa finalità di fondo.

In Campania e' prevista la istituzione della sola Autorita' di Sistema a Napoli, laddove in Puglia sono previste, invece, due Autorita' a Bari e Taranto. Per questa ragione sia la Giunta Regionale della Campania, con il Governatore De Luca e l'Assessore Bonavitacola, sia il sottoscritto a più riprese con interrogazioni parlamentari e con interventi in Commissione Trasporti della Camera, si sono battuti con forza per ottenere una norma transitoria, con la quale la Regione può avanzare al Ministero richiesta motivata per la conservazione della Autorita' portuale di Salerno per tre anni. Si tratta di una decisione giusta, consacrata alla fine sia dalla Conferenza Stato-Regioni sia dalla Commissione parlamentare, perché tiene conto e rispetta una realtà portuale come quella di Salerno in costante e significativa crescita per tutti i principali indici di riferimento: trend traffico passeggeri, merci e container, andamento crocieristico, volume di entrate annuali, capacità di spesa e di utilizzo dei finanziamenti nazionali ed europei in investimenti infrastrutturali ed opere  pubbliche, estensione territoriale della Campania e della sue fasce costiere, bacino complessivo di popolazione che fa della Campania la seconda Regione in Italia per abitanti. Questa fase è indispensabile anche per consentire l'inizio di un utile processo di coordinamento fra le attività ed il ruolo dei due porti, e per consentire anche al porto di Napoli, da anni in regime di commissariamento con tante pesanti conseguenze negative, di riprendere un percorso di gestione e di amministrazione efficiente e positiva. Ciò che è importante non è la unificazione delle Autorità portuali campane, che rischia di produrre disfunzioni ed appesantimenti procedurali, ma, invece, la crescita della capacità di collegamento operativo e di diversificazione ed integrazione proficua fra le funzioni dei due scali, per renderli più moderni e competitivi, capaci di cogliere tutte le opportunità della attuale fase. In questo senso molto importante e' la predetta disposizione che salvaguarda l'autonomia del porto di Salerno. 

5) L'autostrada A3 Salerno-Napoli: quali motivi hanno impedito la realizzazione completa del nuovo svincolo di Angri Sud, monco dell'uscita per il traffico proveniente da Salerno?

Preliminarmente penso sia giusto sottolineare che la tratta campana della Autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria per più di 120 chilometri e' stata completata e costituisce una infrastruttura moderna ed adeguata in toto agli standard della messa in sicurezza. Per la tratta Salerno-Pompei-Napoli i lavori, nel territorio napoletano i lavori sono finalmente vicini alla ultimazione. Si tratta di vicende per le quali per anni mi sono impegnato con forza in sede parlamentare e nel rapporto istituzionale con i Governi, che si sono susseguiti nel tempo e di diverso orientamento politico, con Anas  ed  Autostrade Meridionali che gestisce da molti anni in concessione la infrastruttura autostradale Napoli-Salerno.

Lo svincolo di Angri Sud, di recente e nuova realizzazione, presenta una rampa di uscita per i veicoli provenienti da Napoli, due rampe di ingresso in direzione sia Salerno (Sud) sia Napoli (Nord), ma è' privo della rampa di uscita per i veicoli provenienti da Salerno. Il progetto originario prevedeva, invece,  entrambe le rampe di uscita .  In Conferenza  di servizi, tuttavia, da parte dei Comuni interessati al progetto della rampa di uscita verso Salerno e' stato manifestato dissenso per il paventato e negativo impatto che ne sarebbe derivato sul traffico in quei territori. Di conseguenza nel progetto finale, approvato  e poi realizzato, e' stata esclusa la rampa di uscita verso Salerno. La costruzione di questa rampa in uscita per i veicoli provenienti da Salerno, pertanto, implica una nuova fase progettuale, che nel rapporto e nella collaborazione fraAutostrade e Comuni interessati possa condurre ad una soluzione condivisa. Ovviamente continuerò a seguire queste vicenda riguardante la situazione infrastrutturale dell'Agro Sarnese e Nocerino.

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