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Lo stress

Subdolo e pericoloso

Lo stress non è una malattia, ma  può  causare  problemi   di   salute   mentale   e  fisica, come  depressione, esaurimento  nervoso  e  cardiopatie, se  si  manifesta  con  intensità  per  periodi  prolungati. Lavorare sotto una eccessiva pressione può  provocare  stress le cui cause, però, possono provenire anche da altri ambiti.  

Lo  stress  può  aumentare  la  pressione  arteriosa  ed  il  battito  cardiaco.  Le  fluttuazioni della pressione sanguigna contro le pareti arteriose contribuiranno a danneggiare le arterie e a indurirle. 

Le  malattie  cardiovascolari  sono  la  seconda  causa  di  mortalità  in  tutti  i  paesi  occidentali  ed hanno mostrato una generale tendenza all’aumento dall’inizio del secolo fino ad oggi. 

La  ricerca   degli   ultimi  anni   ha  dimostrato   che  stati   emozionali   come  l’ansia,   l’ostilità-aggressività  o  particolari  stili  comportamentali possono  essere  considerati  come potenti  fattori  di  rischio  coronarico,  soprattutto  se  associati  ad  una  particolare  concentrazione di eventi stressanti esistenziali. 

LO STRESS AUMENTA IL RISCHIO D’INFARTO  

Uno   studio   di   Debra  Moser,   dell’università   del Kentucky, dimostra come una persona che presenta elevati livelli di ansia abbia una maggior probabilità di andare incontro a complicazioni cardiache. 

Michael Frenneaux, professore di medicina cardiovascolare all’università di Birmingham in Inghilterra,  afferma che in una persona in buona salute  la  depressione  aumenta almeno  del doppio il rischio di attacco cardiaco, mentre in una persona che in passato ha subito un attacco cardiaco,  la  depressione  può  addirittura  quintuplicare  il  rischio  di averne un altro!  Uno studio del 2004, sulla rivista The Lancet, condotto in 52 paesi, ha esaminato oltre 11.000 individui colpiti da attacco cardiaco.  È  risultato  che, nei  dodici mesi  precedenti  l’infarto,  tali individui avevano subito  un notevole  stress nell’ambito  lavorativo  o  famigliare,  rispetto  alle persone che godevano, invece, di buona salute.

LO STRESS PUÒ DEGENERARE IN MALATTIA

È  ampiamente  dimostrato  che le  emozioni,  che sono la  prima  risposta agli stimoli  ambientali,  condizionano  non solo  i processi  razionali,  ma agiscono,  modificandoli, sui  sistemi  neuroendocrino  e immunitario,  i  quali  sono responsabili  del  benessere, quanto dell’insorgenza   di  malattie.   Lo   stress,  quindi,   può  produrre  in  ognuno  di   noi  un  danno psicofisico   non   trascurabile,    definito    danno    biologico   secondario,    poiché    comporta un’alterazione dell’equilibrio del sistema endocrino, con conseguente scorretta produzione dei neurotrasmettitori  e lo  sviluppo  di  malattie  psicosomatiche.  Ma  lo  stress è una condizione personale,  che dipende  dalla  capacità  di  risposta  del  proprio  organismo  e dal  tipo  di  eventi scatenanti.   Il  nostro  cervello,   infatti,   modifica  la   propria   struttura  neurale,   con conseguente  ripercussione  sui  sistemi  endocrino  ed  immunitario,  a  seconda  degli  stimoli ambientali che, se sono positivi garantiscono la condizione di salute e se, invece, sono negativi favoriscono  l’insorgenza  delle  malattia.  Già  nel  V secolo  a.c, il filosofo greco Antifonte  affermava che: In tutti  gli  uomini  è la  mente che dirige  il  corpo verso la  salute  o  verso la  malattia.  Fortunatamente  esistono  dei  metodi possibili   di    prevenzione    allo   stress   che   possono   ridurre    i    danni    che   esso   produce sull’organismo;  un  esempio  di  prevenzione  secondaria  può  consistere  nella  capacità  di attivare  le  risorse  autoguaritrici  che ognuno di  noi possiede.  Infatti,  grazie  alla  plasticità  del nostro  cervello  possiamo  combattere  le  malattie  intervenendo  sul  nostro  stile  di  vita.  Ma quando  dallo  stress  non riusciamo  a sottrarci,  a quali  malattie  specifiche  possiamo  andare incontro? Numerosi studi ci consentono, purtroppo, di affermare che lo stress può addirittura aumentare il rischio di un attacco cardiaco.

Il  meccanismo  che  lo  stress  provoca  consiste  in  un  restringimento  dei  vasi  sanguigni ed  un aumento della frequenza cardiaca e della pressione del  sangue. In tal modo il  fabbisogno di ossigeno  da parte del  cuore aumenta e il sangue non lo  irrora  a sufficienza.  Situazione  questa che  moltiplica  i  rischi  di  ischemia.  Importante fattore di rischio tant’è vero che chi soffre di malattie cardiovascolari ed è contemporaneamente vittima  di  ansia  e agitazione  triplica  il  rischio  di  decesso. Secondo i ricercatori  dell’Health  Sciences  Center dell’Università  della  Florida a Gainesville,  il cui studio  è stato pubblicato  su Circulation si  tratta della  prova che solo  rimuovendo  le  cause  dello stress per chi è colpito da patologie coronariche si puà sperare di avere migliori aspettative di vita. 

Lo stress, quindi, può essere considerato causa-effetto di modificazioni omeostatiche intese, secondo l’interpretazione di Walter Cannon, come il complesso di quei “processi fisiologici coordinati che conservano la maggioranza degli stati costanti dell’organismo”. Gli effetti comportamentali e biochimici dell’esposizione a uno stimolo stressante svaniscono nelle 24 ore successive  e  la  depressione  comportamentale  indotta  dallo  stress  non  si  manifesta  negli animali che hanno subito condizioni di stress cronico. In condizioni di stress cronico o ripetuto si osserva una progressiva  riduzione  della  sensibilità  dei  recettori  noradrenergici  del  tipo  a-2, che vengono considerati  autorecettori  e la  loro attivazione  produrrebbe una riduzione  dell’attività dei neuroni noradrenergici.La loro desensibilizzazione potrebbe costituire quindi un sistema di autoregolazione   che  bilancerebbe   gli   effetti   dello  stress.  Esiste  comunque  una  forma  di adattamento del  sistema  legata  proprio  alla  mancata riduzione  della  sensibilità  dei  recettori R. È  stato infatti  dimostrato  che  l’attivazione  cronica  di  questi  recettori  a  livello  periferico produce una serie  di  alterazioni  trofiche  e metaboliche  a carico  degli  organi  bersaglio  che determinano in generale un aumento dell’attività di questi ultimi e un potenziamento della loro capacità di proteggere l’organismo contro danni dello stress.

LE MALATTIE DA STRESS

Si  tratta di  patologie,  in  genere  di  natura  multifattoriale,  provocate  o  aggravate  da  una situazione  stressante persistente,  che non si  risolve.  In termini  fisiologici,  da un’alterazione protratta nel  tempo del  sistema  neurovegetativo  ed endocrino.  Sono oggi  sufficientemente definiti i  rapporti  tra stress cronico  e patologie  cardiovascolari,  ma anche gastrointestinali  e dermatologiche.   Meno   chiari,   paradossalmente,   sembrano  essere  i   rapporti   tra  stress  e malattie psichiatriche, per esempio la depressione, e neurologiche, come le demenze.

Secondo alcune  teorie,  tutte  da confermare, una forte e continua  tensione  emotiva  non solo sarebbe  in  grado  di  scatenare,  provocare  o aggravare  determinate  malattie  ma  anche  di modificarne  il  decorso, la  durata e l’efficacia  delle  cure:  insomma  se molto  provati psicologicamente si guarirebbe con maggiore difficoltà tanto  dal raffreddore quanto dai tumori.

LEGAME TRA STRESS E MALATTIE  CARDIOVASCOLARI

Il  rapporto tra stress  e malattie   cardiovascolari  è  noto da tempo.  In particolare   lo  stress insieme   a  obesità,   fumo, sedentarietà,   alterata   assunzione   di   sodio,   abuso  di   alcool,   età,  sesso,  gruppo  etnico, familiarità,  è  uno  dei  fattori  di  rischio  dell’ipertensione.  A  sua volta  la  pressione  elevata, costringendo il muscolo cardiaco ad un continuo stato di tensione, puà provocare scompenso, ischemia, angina, e perfino infarto. Anche le pareti delle arterie, continuamente stirate dall’ipertensione, possono subire danni: piccole lesioni dello strato cellulare interno, che aprono la porta all’arteriosclerosi, e rottura.

Fonte: medicina legale D.C.

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