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Una speranza contro il cancro

Un vaccino all'orizzonte?

L’Istat per la prima volta ha fornito la serie storica completa dei dati di mortalità per causa, riferiti al periodo 2003-2014.

Nell’arco di tempo osservato, cuore e cancro continuano ad essere i due grandi killer, seguiti dalle malattie cerebrovascolari.

Infatti, sia nel 2003 che nel 2014 le prime tre cause di morte in Italia sono le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore (rappresentative del 29,5% di tutti i decessi), anche se i tassi di mortalità per queste cause si sono ridotti in 11 anni di oltre il 35%. In quanto a decessi, i tumori nel 2014 si posizionano al quarto posto nella graduatoria delle principali cause di morte con i tumori della trachea, dei bronchi e dei polmoni (33.386 decessi). 

Quasi tutte le forme di questa pestilenziale malattia sono in aumento: dall’1,2% per i decessi da cancro all’esofago fino al 33% di quello alla cute. Diminuiscono solo le morti per tumore alla prostata (meno 0,1%), allo stomaco (meno 8,4%) ed alla laringe (meno 14,6%). 

Ora, dopo i test tedeschi e la sperimentazione italiana condotta da un gruppo di ricerca cui hanno partecipato le Università di Camerino, di Torino, di Bologna, di Chieti, e l’Istituto Tumori di Milano, sembra prendere corpo una ulteriore speranza di un possibile vaccino anti-tumorale scoperto per caso negli Usa.

Un team di scienziati della Michigan Medicine University ha individuato una proteina, chiamata C3d, che blocca la capacità del cancro di impedire al sistema immunitario di distruggere le cellule tumorali. “La nostra terapia del cancro blocca l’immunosoppressione indotta dal tumore - spiega la dottoressa Marilia Cascalho, professoressa di chirurgia, microbiologia e immunologia presso la Michigan Medicina, sulle pagine del Journal of Clinical Investigation Insight - “È naturale e non ha effetti collaterali negativi.

Anche se c’è stato un enorme successo dell’immunoterapia - evidenzia Cascalho - il problema risulta esser la sua non specificità e i molteplici effetti collaterali. La nostra terapia del cancro utilizza un nuovo percorso per bloccare l’immunosoppressione indotta dal tumore. È diversa perché, quando durante la sperimentazione C3d è stata iniettata nelle cellule tumorali, non ha avuto effetti collaterali”. C3d, attivato dagli anticorpi, si occupa anche delle cellule danneggiate o comunque estranee. “C’è una buona ragione per cui C3d può essere usata come un vaccino - commenta Cascalho - “Tradizionalmente i vaccini contro il cancro sono prodotti per un antigene specifico e i ricercatori devono determinare quali antigeni sono presenti in alcuni tipi di cancro. Ma la grande sfida è che i tumori sono diversi, e hanno diversi antigeni. I tumori inoltre si evolvono, così gli antigeni possono non rimanere sempre presenti. Questo rende difficile sviluppare un vaccino anti-cancro”.

“Rispetto ai metodi tradizionali, la nostra scoperta ha un grande vantaggio - aggiunge la ricercatrice - “L’utilizzo di C3d per lo sviluppo di un vaccino non necessita di una conoscenza preventiva degli eventuali antigeni tumorali presenti. Non si tratta di un dettaglio di poco conto, perché ciò ci consente di utilizzare C3d come un vero e proprio vaccino anti-cancro”. Nella sperimentazione condotta sui topi affetti da melanoma e linfoma, il farmaco si è dimostrato in grado di impedire al cancro di bloccare il sistema immunitario. In particolare c’è stato un calo dell’ 80-90 per cento di tumori cancerosi. “La sorpresa più grande - spiega ancora Cascalho - “è che la vaccinazione anti-cancro con C3d ha prodotto una immunità anti-tumorale di lunga durata. Il vaccino potrebbe essere utilizzato come terapia in soggetti che sono predisposti al cancro per via della genetica o per condizione precancerosa”.

“In questo momento - sostiene prudentemente la ricercatrice - “C3d sembra essere incredibilmente promettente”. Stando a quanto dichiarato dai ricercatori la proteina non necessita di un impiego diretto sull’organo colpito da tumore, ma può essere utilizzata anche per il trattamento di neoplasie oggi considerate non trattabili in quanto si trovano in siti inaccessibili persino attraverso un intervento chirurgico.

Insomma, la speranza è che questa terribile malattia abbia, finalmente, i giorni contati

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