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Targa si, targa no...targa a piacere, avanti il prossimo!

Caro sindaco Ferraioli

Ancora un cambio di direzione dell’Amministrazione comunale di Angri in linea con l’assunto del sindaco Ferraioli, secondo il quale “tornare sui propri passi è un elemento di intelligenza" (30/12/2015) ma, buon Dio, qui ve ne è troppa! 

Via Zurlo un bel giorno scopre di chiamarsi via Giovanni Zurolo, feudatario, con tanto di marmorea targa.
Nel numero dello scorso dicembre ci siamo interrogati sul rispetto delle procedure seguite per questo cambio, procedure che non sono proprio semplici e coinvolgono anche la Prefettura. Neppure il tempo di metabolizzare il nuovo assetto, fatta salva la verifica sulla corretteza procedurale, che...la strada cambia ancora nome nel senso, questa volta, che lo perde del tutto.
Non ha più un nome, come dimostra lo spazio lasciato vuoto dopo la rimozione della targa di cui innanzi. 

Un’assurda babilonia che sarebbe comica se non costasse soldi ai cittadini.
Kafka era un dilettante al confronto!

Chiediamoci se sia ragionevole spendere tempo e denaro per questioni di lana caprina come quella del nome ad una via. “Via Zurlo o via Zurolo, questo è il dilemma: se sia più nobile Zurlo o Zurolo.” O piuttosto se entrambi, ammesso che siano veramente due, non meritino invece l’oblio proprio per lo status di feudatari ai quali “contadini e tutti gli abitanti del Sud, non solo angresi, hanno pagato per secoli numerose corvées, economiche e psicologiche” (Pina D’Antuono - Angri.Info 26-9-2016). Forse è proprio questo dubbio amletico che partorisce l’incredibile decisione di rimuovere anche la nuova targa. Naturalmente questo ridicolo quanto inutile balletto di tabelle è stato pagato dalla collettività angrese, poco o tanto che sia costato. Sarebbe vano  domandare quale percorso tecnico-amministrativo è stato seguito e se le procedure sono state rispettate (sia a mettere che a togliere), la risposta non arriverebbe.

Però un dubbio sorge: forse nei paraggi del Crocifisso (simbolo di passione e morte, mai posto migliore fu scelto per la sede municipale!), imperversa il virus della targafobia visto che questa amministrazione, appena insediatasi, fece rimuovere le targhe poste dal precedente sindaco Mauri sulla rotatoria di via Ardinghi (in questo giornale, settembre 2015).

Anche per quel caso non è dato sapere né con quali procedure né con quali denari.

Insomma, domandiamoci se l’Amministrazione di Angri serve per dirigere il traffico delle targhe commemorative e dei nomi delle strade, quando già ci sono e sono appropriati, o piuttosto coloro che sono stati eletti dovrebbero evitare che:

  • dopo quindici giorni dalla scadenza del mandato, il comune sia ancora senza Dirigenti perché non si sono consumate per tempo tutte le liturgie politiche, con conseguente blocco dell’attività comunale;
  • un centro per minori con disabilità come il “G. Orsini” rimanga chiuso per distrazioni burocratiche;
  • gli anziani del Centro Sociale di via Colombo siano discriminati;
  • la biblioteca comunale vada definitivamente nel dimenticatoio;
  • le ventilate privatizzazioni siano ad usum delphini e si traducano in vantaggio per pochi a spese di molti.

Solo per fare qualche esempio, altri ne faremo nei prossimi numeri. 

Perché se l’Amministrazione non è capace di fare queste poche cose, a che pro tenerci questi bambinelli e relativi costi? 
Potremmo fare da soli, con assemblee nello stadio, semplicemente per alzata di mano o per acclamazione.
Come si faceva un tempo. 
E magari potremmo reintrodurre l’ostracismo.
Altro che il web dei 5 Stelle!

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