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Focus On n° 1 Rubrica d'arte

Adele Fezza Stilista

“Quando ero bambino, non riuscivo ad accettare il mondo che mi circondava. Sognavo di crearne uno della mia misura. Un mondo tutto per me... “ Thierry Mugler 

Adele Fezza, 26 anni, stilista originaria di Pagani con un’esperienza di dieci anni nel campo della moda, ideatrice del gruppo Laboratorio Creativo Moda, avrebbe probabilmente usato le stesse parole. Eh già, perché anche la moda nasce dall’esigenza di crearsi un mondo a misura, dove sentirsi bene e a proprio agio, a dispetto di chi associa questo mondo alla scomodità e alla sofferenza. La disinvoltura è indispensabile perché ci sia fascino e bellezza. Adele lo sa e lo dimostra anche.

Quando la incontro la vedo in lontananza carica di cartamodelli e idee. Le brillano gli occhi dall’entusiasmo, mi abbraccia e mi sorride come una bambina. Ci salutiamo, ci mettiamo a sedere, pronte ad iniziare. 

Partiamo da una domanda facile facile.

Stilisti si nasce o si diventa?

Artisti si nasce. Stilisti si diventa.

Da quanto tempo hai la passione per la moda?

Da quando ero piccola, credo. Mia madre mi racconta che disegnavo su tutti i muri di casa! Certo, da piccola associavo il disegno al fumetto ma con il tempo questa attitudine si è trasformata in interesse per gli abiti in particolare e, beh, il resto è storia.

Hai seguito un percorso professionale per arrivare fin qui?

Ho frequentato l’Istituto Professionale F. Trani e lì ho approfondito molti aspetti tecnici, ma la maggior parte del lavoro l’ho fatto da autodidatta. Studio matto e disperato e immaginazione, questa è la formula. Poi lavoro, tanto, e considerare sempre almeno un anno per la creazione di una collezione.  

Giusto. L’esordio c’è stato il 15 Dicembre 2015, vero?

Sì. Il 15 Dicembre il Laboratorio Creativo Moda ha esordito presentando delle collezioni primavera/estate ma per curare tutto il progetto, i tempi di esecuzione e i dettagli, ho impiegato un anno. 

 “Laboratorio Creativo Moda”. Perché non hai scelto semplicemente la tua firma?

Perché Laboratorio Creativo Moda abbraccia tutti gli aspetti del mondo della moda, dagli abiti agli accessori, dal trucco alla fotografia, alla formazione. E’ una realtà dinamica di persone che si incontrano, collaborano, se vogliono, anche solo per una collezione, oppure intessono relazioni lavorative stabili, come quella con Anna Giudice, che insieme a me si occuperà dei corsi di formazione. Volevo creare uno spazio che seguisse chi ha questa passione in tutto il percorso, dalla teoria, alla pratica, alla realizzazione di una sfilata, dando la possibilità anche a chi non può spendere cifre esorbitanti di crescere professionalmente.

La tua ultima collezione riprende temi e geometrie orientali. Parlacene.

La mia passione per il Giappone è nata in modo insolito. Ero in viaggio con alcune amiche e ho comprato un fumetto manga da leggere in treno. Mi ha talmente affascinato la magia di quelle atmosfere che non sono riuscita a smettere di pensare che avrei dovuto realizzare qualcosa al riguardo; inoltre guardo il cartone animato (che, per i non addetti ai lavori si chiama “anime” in giapponese) Sailor Moon fin da piccola e mi sono sempre identificata con il suo carattere. La civiltà orientale mi è sempre parsa muoversi in punta di piedi, con umiltà e discrezione e questa è una qualità che ammiro. 

C’è uno stilista a cui ti ispiri o che ammiri particolarmente?

John Galliano. Lo adoro. Ma anche Thierry Mugler e Issey Miyake, ovviamente.
Li trovo stilisticamente complessi e il loro esempio mi spinge ad osare e a migliorarmi sempre di più. Il virtuosismo è un aspetto che fa parte della mia persona, sono perfezionista.

Finita l’intervista Adele scappa via come una furia, sta già lavorando alla prossima collezione, ma prima di lasciarmela scappare cerco di strapparle qualche dettaglio in anteprima.

La tua prossima collezione? Ci dai un indizio?

Certo. Riguarderà il lato selvaggio che nasconde ognuno di noi e il contatto dell’uomo con la natura.

Mentre si allontana mi dico che non poteva essere altrimenti, questo tema lo avrebbe affrontato di certo. In fondo, anche Sailor Moon ha un lato selvaggio.

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