Un medico che ha “dimenticato” il giuramento di Ippocrate, un farmacista che ignora la deontologia professionale, una donna...stregone visto che esercitava abusivamente la medicina. Uniti da un solo scopo: arricchirsi ai danni della sanità pubblica sfruttando gli inconsapevoli pazienti. Al diavolo la morale, ma i valori li salviamo: quelli in carta filigranata! E’ il quadro emerso ad Angri da un’operazione dei NAS. Ma, ahimè, forse costoro sono al passo con i tempi e gli altri, gli onesti, sono fuori luogo in una società impregnata di corruzione e malaffare. Sembrano svaniti quei valori che tenevano distinti e distanti gli onesti dai disonesti, relegando questi ultimi ai margini della società, additati, disprezzati ed evitati. Oggi pare esistere solamente una smisurata fame di danaro anche lì dove il danaro abbonda, e di successo sia pur effimero, a qualunque costo. Quale castigo meritano quelli che imbrogliano, mistificano, rubano e si prostituiscono senza avere neppure l’esimente di una vita grama e stentata? Quale castigo per quelli che riducono a mercimonio professioni già nell’antichità considerate sacre e per quelli che lucrano sulla memoria di un defunto o carpiscono la buona fede degli ignoranti?
Forse, semplicemente, la radiazione dall’albo degli uomini, se fosse contemplata!
Un tempo i ladri venivano segnati a fuoco nelle carni affinché gli onesti se ne guardassero.
In qualche Paese ancora oggi mozzano loro la mano destra ed il piede sinistro. Ma noi siamo “civili”, non barbari!
Preferiamo tollerare i ladri, i truffatori, i corruttori e, forse, anche proteggerli, per esempio impedendo la libera consultazione del casellario giudiziale, cosa che consentirebbe a tutti, specie agli onesti, di avere un quadro più preciso del prossimo e, nel caso, prenderne le distanze.